Compensazione, stress e abitudini errate

Scopriamo assieme il meccanismo di compensazione. Un mezzo che il tuo organismo utilizza per far fronte ad una particolare situazione di stress.
La salute del nostro organismo può essere riassunta con una sola parola: omeostasi. Se vi state chiedendo cosa sia l’omeostasi, dovete sapere che è la capacità del corpo umano di riequilibrare sé stesso, sia a livello fisico che a livello mentale, per andare a risolvere una situazione stressante.
Per ripristinare questo equilibrio però, possono essere messi in atto delle abitudini sbagliate che, con il passare del tempo, possono renderci schiavi di loro stesse. Vediamo ora nel dettaglio cosa significa omeostasi, cos’è la compensazione e come possiamo utilizzarla in modo consapevole.

Omeostasi: questione di stress 

Una breve definizione di omeostasi possiamo trovarla nel dizionario, in cui è definita come “l’attitudine propria dei viventi a mantenere intorno a un livello prefissato il valore di alcuni parametri interni, disturbati di continuo da vari fattori esterni e interni”. Alla luce di questa definizione possiamo quindi comprendere che questo meccanismo, detto omeostatico, interviene sempre quando all’interno del nostro corpo si verificano dei cambiamenti che possiamo definire di natura stressoria (stressor).
Esattamente…i meccanismi di stress non sono solo negativi, ma anche positivi, per questo si differenziano in eu-stress (che rappresenta l’aspetto positivo dello stress) e di-stress (che rappresenta l’aspetto negativo).
Il nostro organismo è progettato per vivere costantemente sotto stress, basti pensare al cambio di temperatura, al cambio di luce, al cambio di ambiente, ai rumori e a tutto ciò che ci circonda. Anche ciò che mangiamo e respiriamo è fonte di stress, perché con questo termine si intende ogni informazione che il nostro corpo riceve e che richiede una interpretazione da parte della nostra mente.
Quando questi stimoli vengono elaborati e decodificati, al nostro corpo non resta altro che adattarsi, infatti l’adattamento è omeostasi.

Stimoli di natura stressoria e meccanismi di compensazione 

I meccanismi di compensazione in psicologia servono a garantire una adeguata omeostasi psichica , e sono necessari alla persona per riuscire a “sentirsi meglio”.
Per sapere come nascono le compensazioni dobbiamo parlare di Alfred Adler, uno dei tre padri fondatori della psicologia dinamica (assieme a Sigmund Freud e Carl Gustav Jung), il quale scopri che la compensazione nasce nell’infanzia della persona. Il bambino che si trova a dipendere dai genitori, data la sua normale incapacità di gestire gli eventi della vita, sviluppa un complesso di inferiorità che dovrebbe diminuire con la crescita. Durante lo sviluppo adolescenziale prima, e adulto poi, la persona verrà messa alla prova dagli eventi quotidiani dove, affrontando degli stressor positivi, costruirà una corretta idea di sé. Quando tuttavia, gli stressor sono di natura negativa (quegli eventi che la persona non riesce ad affrontare), il complesso di inferiorità si rafforzerà permettendo così l’instaurarsi della compensazione.
La conclusione è quindi che “la compensazione è quell’insieme di modalità volte a ripristinare l’omeostasi psichica di un individuo e che possono avere natura positiva o negativa”, positiva quando la persona continua a migliorarsi grazie a dei risultati positivi, negativa quando la persona diventa eccessivamente esigente nei suoi stessi confronti dando vita a nevrosi perfezioniste e irrealistiche.

Meccanismi di compensazione: esempi 

Va bene, abbiamo capito il significato dei meccanismi di compensazione in psicologia, e abbiamo capito cosa sono lo stress buono e cattivo, ma è arrivato il momento di vedere degli esempi di compensazione pratici che ognuno di noi ha sicuramente vissuto:

  1. Lavorare molto tempo trascurando la propria vita sociale e familiare.
  2. Andare in palestra per migliorare costantemente il proprio fisico, anche a discapito di migliori risultati lavorativi.
  3. Non essere capaci a cucinare ma avere una cucina perfettamente pulita e ordinata.
  4. Mangiare sano e fare attività fisica dopo aver eliminato l’abitudine del fumo.
  5. Non avere molte amicizie ma avere un’ottima media scolastica.
  6. Richiedere autorità e attenzione dal partner per colmare gelosia e paura di perderlo.
  7. Non essere bravi in uno sport e decidere di allenarsi tutti i giorni per migliorare.
  8. Essere non vedenti e sviluppare un udito e una percezione sensoriale più elevata della media.
  9. Mangiare a causa di eventi negativi o situazioni stressanti.

Negli esempi sopra riportati possiamo vedere come le compensazioni non siano solo negative, ma anche positive, come può essere il punto 4, in cui la persona decide di impegnarsi nel recuperare una abitudine che lo ha danneggiato per degli anni, o il punto 7, in cui si aumentano le proprie abilità diventando migliori in uno sport che prima faceva sentire inadeguati.

La compensazione consapevole è realmente possibile? 

Nel momento in cui ci rendiamo conto che in noi si manifesta un meccanismo di compensazione negativo, possiamo agire in tre modi:

  • ignorarlo e continuare per la nostra strada
  • cercare di combatterlo con il triste risultato di rafforzarlo
  • cercare di comprenderlo ed elaborarlo

Se state leggendo questo articolo è molto probabile che vi troviate tra il secondo e il terzo punto. In questo caso se vi trovate nella situazione in cui cercate di combattere una compensazione dovete sapere che nella maggior parte delle volte fallirete. Questo avviene non perché siete degli incapaci, o perché non avete forza di volontà, ma perché è un meccanismo di difesa che la vostra mente attua per difendervi da un qualcosa che vi creerebbe molto più dolore. Ecco perché la soluzione migliore da attuare rimane il terzo punto, cercare di comprenderlo ed elaborarlo, come? Il modo più veloce è quello di contattare un professionista che possa aiutarvi ad individuare il vero problema grazie ad una prospettiva esterna, fondamentale in queste situazioni. D’altronde ognuno di voi si sarà reso conto che sotto stress, o in seguito ad un evento che ha creato sofferenza, non si ha una visione oggettiva della realtà…no?
Ebbene se vi accorgete di avere delle compensazioni negative per voi e per il vostro benessere la prima cosa che potete fare è sostituirle per limitare i danni, ma agendo anche per il risolvere quell’emozione negativa che sta cercando di emergere (es. un fumatore che anziché accendersi una sigaretta, decide di spostare la compensazione su un pezzo di cioccolato), in questo modo agirete con una compensazione consapevole.

Una buona esperienza velocizza il lavoro 

Vi rendete conto di avere dei meccanismi di compensazione che non riuscite a risolvere e avete il piacere di mettervi in gioco per scoprire nuovi lati di voi stessi? Allora non esitate a contattarmi. Nell’arco degli ultimi anni, durante le mie sessioni, quello che ho potuto verificare è che ognuno di noi, prima o poi, ha dovuto affrontare questo tipo di meccanismo.
Ricorda, risolvere questi meccanismi, è l’unica via per raggiungere il tuo benessere psico-fisico.

Con affetto

Tatiana, la vostra Life Coach preferita

 

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