Relazioni Odierne: una riflessione sulle app di Dating Online.

Questa riflessione sulle app di Dating Online e le relazioni odierne è frutto delle testimonianze riportate dai miei pazienti durante le sedute di psicoterapia. Queste persone mi comunicavano di aver avuto significativi disagi nell’iniziare una relazione utilizzando come supporto le dating app. Le esperiente avute con queste applicazioni suscitavano:

  • stati di depressione;
  • isolamento sociale;
  • peggioramento del rapporto con il proprio corpo;
  • tristezza.

Dietro le dating app: un esperimento sociale.

Viste le informazioni raccolte dai miei pazienti, e preso da curiosità professionale, colsi l’occasione per capire cosa c’è dietro le dating app, come esperimento sociale. Decisi di viverlo in prima persona e quindi di iscrivermi in alcuni siti per incontri.

Ecco qui riportate le mie esperienze con diverse dating app (i nomi sono di fantasia per motivi di copyright):

  1. Ba: applicazione in cui per fare qualsiasi cosa si deve pagare, persino per rispondere a chi ti contatta per la prima volta. La disinstallo pochi minuti dopo averla scaricata visto il dispendio economico che necessita.
  2. Pu: nonostante le recensioni positive di questa dating app, la sua complessità la rende poco intuitiva e di difficile utilizzo. Non si capisce, per esempio, come contattare una persona, e, non vedendo risultati di interazione, la disinstallo. Inoltre, anche qui mi accorgo che richiede dei soldi solo per colloquiare.
  3. Onl: con questa dating app la frustrazione arriva ai massimi livelli. A differenza di tante app si può contattare ed essere contattati da chiunque, pagando una piccola cifra come abbonamento mensile. Scrissi a diverse decine di persone nelle chat (senza soffermarmi a gusti estetici o di compatibilità ma solo a scopo sperimentale) ma non ho mai ricevuto neppure un ciao di cortesia.
  4. Ti: app di dating online abbastanza intuitiva da utilizzare, mi diede un’esperienza leggermente diversa e più positiva. Inizio dunque a sfogliare i profili delle persone, ma subito in me nacque una sensazione di disagio. Mi sembra di sfogliare un catalogo di oggetti! Spesso mi sembra di dimenticare che dietro quelle foto ci sono persone reali, forse.

Notai, inoltre, la bellezza di alcune ragazze e mi chiesi nel loro caso l’utilità di mettersi a cercare una relazione online. Perché non scegliere il mondo reale vista la loro possibilità di attirare l’attenzione?

Continuai in questa dating app creando il mio profilo personale. Scelsi alcune foto da caricare, l’app permise di inserirne 9. Misi appositamente come prima immagine una foto tipo fumetto, in modo da indurre chi visitava il mio profilo a scorrere le foto successive. Speravo così di attirare più persone reali possibili. Scrissi una breve presentazione e aggiunsi sei interessi scelti da una lista preimpostata, infinita e confusionaria.

Iniziai a mettere like (ossia a far sapere all’altra che mi piace). Anche qui la frustrazione aumentò di giorno in giorno, dato che non ricevetti nessun tipo di feedback.

Dopo circa una settimana stavo per disinstallare l’app quando notai che mi aveva scritto una ragazza asiatica. Comunichiamo in inglese e subito dopo neppure cinque minuti di chat mi chiese il mio numero di telefono per continuare su WhatsApp. Mi insospettii fin da subito. Lei comunicò di voler una relazione stabile, mentre io misi subito in chiaro che sono sposato e che sto solo facendo una ricerca di tipo psicologico. Mi disse che abitava a Roma e la mia domanda sorge spontanea: se abitava in Italia da diversi anni, perché non sapeva per nulla l’italiano?

La ragazza insistette nel voler proseguire su WhatsApp, e al mio rifiuto nel dare per primo il mio numero, lei mi inviò subito il suo. Con poca sorpresa, il suo prefisso era 852. Controllai su Google e scoprii che il prefisso è quello di Hong Kong, Cina. Le feci notare questa piccola, come dire, incongruenza, e in meno di un secondo cancellò tutta la chat. La dating app mi assicurava che il contatto fosse a 20 Km dalla mia posizione. Questo attirò la mia intenzione perché significava che la geolocalizzazione obbligatoria (con conseguenze, tra l’altro, negative sulla batteria) non era poi così veritiera.

Capii che fosse inutile mettere like, e mi decisi ad aspettare un contatto.

Dopo qualche giorno, venni contattato da una ragazza. Carina, con foto normali e non in stile riviste patinate anni ’80. Iniziammo a chattare: mi disse di avere più o meno la mia età e di abitare a Roma. Laureata in cerca di lavoro, si dimostrò affascinata dal tipo di ricerca che stavo conducendo. Anche con lei fui onesto e le dissi di essere sposato con una figlia, ma apparentemente non le interessò. Cercava solo nuove amicizie e non una relazione amorosa. Poiché le chat su tali app sono lentissime, durano giorni (in questo caso circa sei), le chiesi di spostare la conversazione su Whatsapp per accelerare la conoscenza. Non l’avessi mai fatto. Con fare scorbutico sparisce, infastidita dalla mia proposta. Magari avrò avuto fretta, ma non le ho chiesto di uscire, e questo comportamento mi indignò parecchio. Cosa si aspettava? Che la corteggiassi stile medioevo porgendole delle rose da un cavallo bianco per mesi, anni, decenni?

Quando ormai persi le speranze, conosco una donna. Di qualche anno più grande di me, disse di avere due figli e un marito con il quale non parla più. Non sentimmo il bisogno di scambiarci i numeri di telefono e nella chat ci sostenemmo a vicenda per circa una decina di giorni. Parlammo di lavoro, dei figli, di cose banali. Dopo tutto questo tempo sparì anche lei, cancellando le nostre conversazioni.

Venni contattato da altre persone, per lo più straniere che al mio “dove vivi?” sparirono.

Nonostante i miei continui like, non sono mai stato ricontattato né visualizzato, praticamente non sono esistito.

Riflessioni sull’esperienza.

La prima cosa che capisco riflettendo sull’esperienza dopo due settimane di utilizzo è che non ho mai provato tanta difficoltà nel conoscere persone. Nell’usarle noto che vi sono diversi problemi e soprattutto pericoli. Mi accorgo, per esempio, che molte persone usano dei profili falsi, spesso con annesse foto pornografiche all’interno per attirare più attenzione.

Il sentimento che ho provato costantemente è la frustrazione e ora ripenso ai miei pazienti che nel privato riportavano le stesse difficoltà.

Su questi siti si vedono donne bellissime, meravigliose, ma arrivo alla conclusione che è solo apparenza, nulla di più. Queste app danno solo l’illusione che conoscere qualcuno sia facile, ma non è così.

Ripenso a quando ero ragazzo e andavo nei locali nella speranza di conoscere qualche ragazza. Li c’era un gioco di sguardi, di intenzioni, di comportamento non verbale. Capivi se l’altra persona era interessata e se avevi coraggio provavi a parlarle. Nel peggiore dei casi ricevevo un no come risposta, nel migliore dei casi, invece, ci si scambiava i numeri di telefono. Su questi siti invece la frustrazione la fa da padrone, anche perché qui si viene ignorati, che è ancora peggio.

Anche sparire senza dare una motivazione può essere interpretato con un atto aggressivo, che mina l’autostima della persona che lo subisce. Infatti, si rimane con il dubbio di aver sbagliato qualcosa o aver offeso in qualche modo l’altro.

L’essere ignorati, per alcuni ricercatori è una forma di abuso. Questo comportamento abbassa l’autostima e può provocare ansia, depressione e indurre all’isolamento. In persone più fragili poi, in cerca di amore e compagnia, possono dare molta sofferenza.

Sono dell’idea che individui sensibili e con fragilità emotive, prima di iniziare ad usare le app di Dating, debbano prima rinforzarsi. Iniziare un percorso con uno psicologo per evitare sentimenti troppo negativi che influiscono la loro vita è d’aiuto.

Cosa dicono gli esperti sulle Dating App.

Ho condotto delle ricerche per capire cosa dicono gli esperti sulle dating App, a riprova della mia tesi data dall’esperienza avuta. Fin da subito ho notato articoli e scoperte non proprio incoraggianti.

Nella ricerca di J. Strubel e T. A. Petrie del 2017 [1], sono emersi negli intervistati sentimenti, di ansia, depressione e non solo. I ricercatori sostengono che la maggior parte degli utilizzatori di Dating App sviluppano un’ossessione per il loro corpo, cadendo in comportamenti disadattivi o in vere psicopatologie. Un esempio sono l’anoressia e la fissazione per l’esercizio fisico per migliorare il proprio aspetto.

La giornalista M. Piccini, nella rivista “Elle” [2], riporta come le persone sperimentino sentimenti di dipendenza verso le Dating App. Infatti, l’uso delle app stesse porta all’impulso di controllare molte volte al giorno, e per ore, le proprie chat. Nell’avere la possibilità poi di negare o accettare una chat, una giornalista disse che “era come se mi facessero una dose di narcisismo in vena”.

Viviamo in un mondo dove nove foto, una breve descrizione di non più di 140 caratteri e sei interessi fanno la differenza tra chi può piacere oppure no.

Non c’è vera conoscenza, non c’è profondità oggi giorno.

Persino le donne che ho avuto il piacere di conoscere in queste app erano stressate dalle app stesse. La ragazza di Roma arrivò a dirmi: “non posso mica dare il mio numero a tutti i contatti, altrimenti diventerebbe un lavoro!”. Ed ha perfettamente ragione: è un lavoro, che sottrae energie e tempo.

Ma da quando conoscere persone deve essere un lavoro che sottrae energie? Da quando si è diventati così superficiali da scorrere come su una rivista le persone che possono piacerci o no? È davvero una strana società questa in cui si vive.

Ho continuato ad indagare ed altre ricerche mi danno un po’ di speranza.

Alcuni studi affermano che almeno una coppia su tre, nata dalle dating app negli ultimi 5/6 anni, stabilisce un legame duraturo nel tempo. Conosco personalmente alcuni amici che si sono sposati incontrandosi online. Altri studi invece sottolineano come la maggior parte degli utilizzatori, soprattutto uomini, le consultino solo per avere dei rapporti occasionali.

In conclusione, come già accennato precedentemente, l’uso del dating online deve essere usato con senso critico, non pensando sia l’alternativa più facile. Soprattutto se si è persone fragili è meglio iniziare precedentemente un lavoro con un esperto prima e durante l’utilizzo. Questo è fondamentale per evitare disagi e sofferenze, o peggiorare la propria condizione.

 

Dott. Paolo Squillante, Psicologo-Psicoterapeuta.

Leggi anche: Amare se stessi: il primo fondamento per costruire una relazione d’amore sana ed appagante

Riferimenti bibliografici
[1] Strubel J, Petrie TA, “Love me Tinder: Body image and psychosocial functioning among men and women”, Body Image, 2017.
[2] Monica Piccini, “Smetto quando voglio. Il dating online e altre dipendenze”, Elle, aprile 2021.