La frustrazione: cos’è e come gestirla.

frustrazione

Cos’è e come possiamo gestire la frustrazione? Questa emozione prende spazio in noi quando i nostri bisogni non vengono soddisfatti. La frustrazione è un sentimento spiacevole che, tuttavia, fa parte della costellazione dei sentimenti che la natura ci ha dato per fronteggiare le sfide della vita.
Nel libro “Il sé sinaptico” il Dott. Joseph Le Doux, direttore del Center for the Neuroscience of Fear and Anxiety di New York, afferma che: “l’evoluzione ha fornito agli esseri viventi tutto il necessario per sopravvivere, non ha dato cose che non servono”. Dunque, perché gli esseri umani sono dotati di questo sentimento? Dopo aver letto l’articolo “Frustrazione: educati ad essere felice” in quest’articolo approfondirò come si sviluppa questa emozione, come fronteggiarla e come può essere d’aiuto nella vita delle persone.

Tipologie di frustrazione

Esistono diverse tipologie di frustrazione che possono colpire durante la giornata. Principalmente possiamo dividere queste tipologie in 3 diverse categorie:

  1. Frustrazione da impedimento: questa è la situazione in cui non si può, in alcun modo, soddisfare un bisogno.
    Ad esempio: si vuole comprare una casa, una barca o una macchina nuova, ma non si hanno le risorse economiche per farlo.
  2. Frustrazione da dilazione: questa emozione subentra in quelle persone che per varie ragioni non possono soddisfare un bisogno e lo devono rimandare.
    Ad esempio: si vuole fare una passeggiata ma fuori c’è un temporale.
  3. Frustrazione tra bisogni opposti: per coloro che vorrebbero fare due cose contemporaneamente per soddisfare dei loro bisogni opposti tra loro.
    Ad esempio: si vuole uscire con gli amici, ma si vuole anche rimanere a casa a studiare per laurearsi in tempo.

Queste sono le 3 principali situazioni che accumunano la maggior parte delle persone. Tuttavia, per comprendere emozione bisogna comprendere che questa può dar vita anche ad altre emozioni negative.

Wilhelm Reich: la frustrazione, la rabbia, l’odio l’invidia

Wilhelm Reich è stato un importantissimo medico, psichiatra e psicanalista austriaco discepolo del Dott. Freud che scoprì una connessione tra frustrazione, rabbia, odio e invidia. La scoperta di Reich riguardo questi sentimenti portò alla luce una significante connessione tra di loro, associandoli anche ad ansia, angoscia, disinteresse, distacco e apatia. Secondo W. Reich, la frustrazione può dar vita anche a rabbia, odio e invidia se parte dal conflitto tra libido e razionalità. Una bassa tolleranza oppure una eccessiva esposizione a questo impulso, può portare la persona a essere aggressiva ed attuare comportamenti pericolosi verso sé stesso o gli altri (come usare sostanze stupefacenti o iniziare una rissa).

Le ricerche sull’aggressività e la frustrazione hanno dimostrato che questo sentimento può essere provato anche da un gruppo di persone o da un’intera società. Nel primo caso le persone facenti parte di un gruppo, più o meno grande, si comporteranno allo stesso modo, aggredendo o fuggendo dal problema. Quando, invece, la frustrazione circola in un’intera nazione, si può arrivare anche alla guerra. Alcuni storici attribuiscono l’ascesa del Nazismo in Germania alle sanzioni eccessivamente dure imposte dagli altri stati nel primo dopo guerra. Il popolo tedesco era talmente povero che non poteva soddisfare neppure i bisogni primari e si è rivolto all’unico leader pronto a muovere guerra contro chi li opprimeva.

Frustrazione e ossessione

Un altro sintomo della frustrazione può essere l’ossessione verso la cosa negata. Secondo la Dott.ssa Lucignolo, il non soddisfacimento di un bisogno: “blocca la persona in una sorta di circolo vizioso caratterizzato dalla persistenza dell’ostacolo”, come afferma nel suo articolo “La frustrazione: come gestire i momenti no della vita”.

Le principali cause di frustrazione

È arrivato il momento di comprendere quali sono le principali cause di frustrazione in grado di provocare questa emozione negativa. Dopo diversi anni di studio, il Dott. Scaccia individua diverse cause scatenanti:

  • Cause familiari: i genitori sono i primi a creare tale sentimento nel bambino impedendogli di fare tutto ciò che vuole.
  • Cause ambientali: per esempio la distanza impedisce di vedere chi si ama.
  • Cause sociali: le leggi impediscono alla persona di fare tutto ciò che desidera, dirigendo il comportamento del singolo e della società.
  • Cause personali: qui si fa rifermento ai valori e alle regole morali di ogni singola persona che impediscono di soddisfare il bisogno, come ad esempio avere più partner contemporaneamente.

Gestire la frustrazione

Uno dei rimedi migliori per gestire la frustrazione è l’assertività. Essere assertivi significa avere quel comportamento che fa rimanere calmi, non offensivi, delicati positivi e fermi. Ciò rende ogni persona consapevole dell’altro e abbassa il disagio.
Un altro metodo per gestire questa emozione è non rimanere fermi, ma attivarsi, cercando una soluzione al problema e chiedendo aiuto se necessario.
Infine, l’accettazione risulta sempre essere un’arma vincente. Essere consapevoli che non tutti i propri bisogni possono essere soddisfatti, aiuta ad evitare le ossessioni e ci permette di soddisfare altri bisogni più facilmente raggiungibili.

Frustrazione ed evoluzione

L’intento di questo articolo è stato quello di analizzare la frustrazione e il ruolo che l’educazione svolge nell’evoluzione di questa emozione. Ma anche di comprendere questo sentimento da un punto di vista evolutivo. All’inizio di quest’articolo si è parlato del fatto che la frustrazione può essere utile in diversi modi. Essa, infatti, aiuta a comprendere i propri limiti e quelli della realtà, a migliorare il rispetto per l’altro. Piccole frustrazioni nel periodo dello sviluppo aiutano a gestire le emozioni negative che l’adulto sperimenterà nel corso della sua esistenza. Avere uno stile genitoriale troppo permissivo impedirà al bambino, quando sarà grande, di porre dei limiti ai propri bisogni. Questo, però, non significa cedere ad uno stile genitoriale eccessivamente rigido.

Come suggerisce la professoressa Ardone nel suo libro “Costellazioni familiari” occorre avere un comportamento autorevole, ossia autoritario quando necessario e permissivo quando la situazione lo permette. In questo modo il bambino non crescerà eccessivamente frustrato, ma neppure senza un sano controllo dei propri bisogni.

Conclusioni

In conclusione la frustrazione è un sentimento comune, che si può imparare a gestire e che, spesso, può anche essere di aiuto. Quando invece, la persona non riesce più tollerarla è necessario rivolgersi prontamente ad un esperto. Uno psicologo può guidare la persona nella gestione delle proprie emozioni e nel soddisfacimento dei propri bisogni, prima di cadere in comportamenti dannosi per sé stessi.

Un abbraccio,

Dott. Paolo Squillante, Psicologo-Psicoterapeuta.